di redazione [user #116] - pubblicato il 23 ottobre 2018 ore 17:00
Ralph Salati dei Destrage continua il suo ciclo di lezioni. Ancora sotto la lente c'è la tecnica della pennata alternata.
Ispirandoci alla didattica di John Petrucci, in questo appuntamento, Salati spiega come una metodologia di lavoro particolarmente efficace consista nel lavorare su set ridotti di corde.
Quando si parla di set ridotti, si fa riferimento alla possibilità di frammentare una scala, generalmente sviluppata a tre note per corda, in delle porzioni più raccolte.
Per esempio, risulta immediata e pratica nella visualizzazione la divisione delle sei corde, in tre set da due corde l’una.
Prendiamo per esempio una scala di Am Eolio.
Ora dividiamo la scala appena vista in tre set, da due corde ciascuno.
Lavorare con questo tipo di approccio che mette in gioco porzioni di manico circoscritte è, in realtà, alla base dello sviluppo di un fraseggio ampio, capace di svilupparsi attraverso tutta la testiera. John Petrucci è un sostenitore di questa metodologia di lavoro e chiama i set e pattern ridotti Fragments. Le frasi estese, i lick lunghi e tortuosi nascono proprio dall’assemblare e unire tra loro singoli e minuti frammenti. Ma lavorare su sezioni ridotte permette di concentrarsi in maniera più puntuale e mirata su ogni singolo dettaglio tecnico ed esecutivo permettendo, quando i singoli frammenti si uniscono in fraseggi più estesi, il massimo controllo tecnico e la totale efficienza della meccanica.
Illuminante da questo punto di vista è osservare la disposizione della mano in fase di plettraggio alternato, mentre si sposta attraverso le corde.
Eseguendo una scala a tre note per corda in pennata, si nota come a seconda che la mano plettri sulle corde più acute o più basse l’impostazione e l’angolazione cambiano. L’inclinazione del polso sulle corde più alta è molto più ampia che su quelle basse. Per questo, è necessario riservare uno studio isolato e dedicato a ogni set di corde, rendendo consapevole e perfettamente controllato ogni minimo cambio di impostazione della mano.
Per capire come organizzare il lavoro su set differenti di corde, applichiamo un tradizionale pattern di plettrata alla scala Eolia appena esaminata.
Ora circoscriviamo l’esecuzione del pattern solo sulle corde di E e A.
Quindi su quelle di D e G.
Infine sui cantini.
Lavorando in questo modo, benché la scala sia la stessa, il pattern melodico il medesimo e la tecnica impiegata unicamente la plettrata, si osserverà come su ogni differente set affioreranno differenti esigenze esecutive che sarà importante affrontare separatamente.