La salute del musicista: patologie, sintomi e prevenzione
di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 06 novembre 2017 ore 15:00
“La pratica musicale sottopone il corpo ad elevate richieste fisiche e psichiche. Come gli atleti, i musicisti sono vulnerabili a certe tipologie di problematiche, che se non adeguatamente riconosciute e trattate, possono anche portare alla cessazione della pratica musicale.” Con questa importante consapevolezza, abbiamo deciso di ospitare una nuova rubrica gestita dalla Dott.ssa Marina Faccio, chirurga della mano e dell’arto superiore.
In questa nuova rubrica, guidati dalla Dr.ssa Marina Faccio analizzeremo le categorie dei disturbi più frequenti in cui possono incorrere i musicisti, sottolineando l' importanza della prevenzione e della conoscenza dei primi sintomi. I lettori avranno anche la possibilità di inviare i loro quesiti a domande@accordo.it.
e le risposte ai temi di maggiore interesse saranno pubblicate all'interno della rubrica.
Come mai ha deciso di indirizzare il suo lavoro verso le patologie dei musicisti?
Le patologie degli artisti e dei musicisti, nello specifico, rappresentano per me una fonte d’ interesse e d’ispirazione lavorativa e scientifica: la mano assume infatti un’importanza fondamentale nella pratica artistica, anche nelle più lievi sfumature di movimento e di sensibilità. Il mio interesse nasce dal voler unire due grandi passioni personali, che sono da un lato la musica e dall’altro la medicina e la chirurgia dedicate alla mano.
La Dott.ssa Marina Faccio
A livello medico, quindi, la mano di un musicista va trattata con un’attenzione particolare?
Certo. Perché le esigenze di un musicista possono discostarsi da quelle della popolazione cosiddetta normale, ed è perciò necessario un approccio clinico specifico, che presupponga la conoscenza della dinamica strumentale (non solo del corpo, ma anche dello strumento musicale).
Quindi, anche a fronte di un infortunio a un arto, un musicista andrà curato in maniera diversa?
Nell’affrontare decisioni chirurgiche e riabilitative è fondamentale ricorre ad un’attenzione particolare e specialistica legata alle necessità specifiche del musicista e dello strumento suonato, che possono discostarsi da quelle della popolazione normale. Ad esempio, molta importanza per pianificare un intervento conservativo o chirurgico va focalizzata sull’ampiezza di movimento richiesto, che varia in base allo strumento e in base al distretto anatomico colpito; altro esempio i tutori dedicati, che potranno servire durante la fase riabilitativa, che vengono modellati su misura, in base alle necessità del musicista, per poter continuare la pratica.
Questo della medicina della musica è un settore nuovo?
La medicina delle arti nasce come branca specifica di ricerca, prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie correlate alla pratica artistica, coinvolgendo perciò ballerini, attori, musicisti, circensi…
Il primo a parlare di patologie del musicista fu Bernardino Ramazzini, medico e scrittore italiano: nel 1713 pubblicò il suo trattato: “De morbis artificum diatriba”, che tracciava una panoramica delle malattie professionali, descrivendo i sintomi e le patologie che possono derivare da diversi mestieri, tra cui anche quello del musicista. Tuttavia sarà solo verso la fine degli anni ’70 che inizierà a crescere un interesse reale per la salute e il benessere dei musicistida parte di diverse figure professionali come medici, ricercatori e musicisti, testimoniato da un numero crescente di pubblicazioni, riviste, conferenze e organizzazioni incentrate sulla salute degli artisti.
Di cosa un musicista dovrebbe, prima di tutto, acquisire consapevolezza per tutelare la sua salute?
Ogni musicista dovrebbe avere chiaro che la pratica musicale sottopone il corpo ad elevate richieste fisiche e psichiche. Come gli atleti, i musicisti sono vulnerabili a certe tipologie di problematiche, che se non adeguatamente riconosciute e trattate, possono anche portare alla cessazione della pratica musicale.
Quali sono le patologie più frequenti?
Il problema più comune che affligge l’arto superiore dei musicisti è la sindrome da sovraccarico muscolo-tendineo, una condizione che esclude le tendiniti specifiche (che si riscontrano anche nella popolazione generale) e si verifica quando i tessuti muscolo-tendinei vengono stressati oltre i limiti fisiologici e anatomici. Ciò succede per esempio a causa di posture inadeguate, gesti scorretti, lunghe sessioni di esecuzione senza adeguati intervalli di pausa, movimenti ripetitivi, lassità legamentose, mancanza di adeguati supporti, stress emotivo…
Quali sono le sedi più colpite?
L’avambraccio, il polso e la mano.
Poi, un’altra condizione clinica abbastanza frequente tra i musicisti, è quella delle compressioni nervose, in particolare del nervo mediano al carpo e del nervo ulnare al gomito; ad esempio la compressione del nervo ulnare al gomito, soprattutto a sinistra, si riscontra più frequentemente nei suonatori degli strumenti ad arco, probabilmente anche in correlazione alla posizione assunta.
"Le mani del Violinista" Giacomo Balla, 1912
Nell’immaginario dei musicisti, uno dei malanno più nefasti in cui ci si più imbattere è il “crampo del musicista”. Di cosa si tratta?
Si tratta di una distonia focale. Il cosiddetto “crampo del musicista” è caratterizzato da un mancato controllo volontario dell’unità muscolare e da movimenti involontari e spasmi, che interferiscono con l’esecuzione.
La diagnosi, prettamente clinica, si basa sulla storia clinica del paziente e sull’esame obiettivo, che include l’analisi del paziente mentre suona.
Preso atto che l’attività e la pratica musicale possono provocare diverse problematiche, sarà quindi importante parlare anche di prevenzione…
Assolutamente. Già dagli anni ’80 - ‘90, nella medicina della musica l’attenzione alle malattie occupazionali degli artisti si è spostata dall’identificazione delle patologie specifiche, verso l’analisi dell’incidenza e dei fattori di rischio, arrivando quindi a sottolineare l’importanza della prevenzione e di momenti educativi all’interno delle scuole di musica.
Come in tutti i casi, “prevenire è meglio che curare”…
L’approccio alle patologie del musicista comincia proprio con la divulgazione dell’informazione e della prevenzione ai problemi cui la pratica musicale può portare. E’ fondamentale uno scambio reciproco tra gli addetti del settore: da un lato medici, chirurghi, fisioterapisti dedicati e dall’altro musicisti, che abbiano la possibilità di comprendere l’importanza dei principali fattori di rischio, della prevenzione e dei primi segni e sintomi di problemi legati all’attività musicale.
Che obbiettivo si pone nella sua rubrica qui su Accordo?
Mantenere vivo il ponte di comunicazione tra la medicina e la musica è uno dei miei obiettivi: il continuo scambio di idee e di esperienze è fonte inesauribile di miglioramenti e approfondimenti, in un campo così affascinante e complesso, come quello della medicina della musica.
Dottoressa, all’inizio dell’intervista ci ha spiegato il perché del suo interesse correlato tra musica e chirurgia della mano. Ci racconta, invece, quali sono gli artisti o i dischi che l’hanno fatta appassionare alla musica?
Sono cresciuta con il rock degli anni 80-90, periodo della mia adolescenza, delle prime scoperte musicali. E’ dunque un filone a cui rimango particolarmente legata, che nel tempo si è arricchito di nuove sfumature e correnti. La musica ha sempre fatto parte della mia vita, per un periodo provai anche ad imparare il basso, dedicandogli, però, mio malgrado, troppo poco tempo. Occuparmi delle patologie del musicista mi dà la possibilità di poter far parte del mondo della musica e di mantenere viva la passione.
LaDott.ssa Marina Faccio è una chirurga della mano e dell’arto superiore. Assieme ad altri specialisti (chirurghi, reumatologo, fisioterapisti) tutti dedicati alle patologie dell’arto superiore, ha dato vita al team Symcro, coordinato dal dottor Giuseppe Checcucci, con sede principale a Firenze. All’interno del gruppo, collaborando con i medici e i fisioterapisti del team, la Dott.ssa Faccio dedica parte della sua attività clinica, chirurgica e di ricerca alle patologie della mano e dell’arto superiore che colpiscono il musicista. Siamo orgogliosi e felici di darle il benvenuto tra queste pagine, certi che potrà offrire ai nostri lettori contenuti di straordinaria utlità. (Gianni Rojatti)