di redazione [user #116] - pubblicato il 04 dicembre 2015 ore 15:00
Lo strumento che suoniamo dovrebbe essere il mezzo che usiamo per arrivare, tra le note, alla musica. Invece, troppe volte, anzichè concentrarci sulla destinazione ci preoccupiamo solo di viaggiare comodi e tra mille confort. E come risultato, strumentazioni faraoniche, extra di ogni tipo, opnional da custom shop ma poca buona musica da ascoltare. Parola di Ellade Bandini.
Quando imbracciamo il nostro strumento, quando ci sediamo dietro al nostro strumento, è raro che si pensi alla sua storia, alle sue origini. Diamo quasi per scontato che sia sempre stato così, bello e finito come lo suoniamo oggi. Invece, sarebbe importante riflettere sulla sua storia, l’evoluzione se non addirittura la genesi di ciò che suoniamo. E’ una maniera per creare maggiore affinità, complicità. Per conoscere meglio lo strumento musicale che abbiamo scelto: amarlo di più per, alla fine, suonarlo meglio.
Ellade Bandini ci racconta la storia della batteria. Del musicista con l'ego gigantesco, che per primo si accorse che non servivano due persone per suonare una gran cassa e un rullante: poteva fare tutto lui. E di come, da lì, si è accesa la scintilla che avrebbe portato nel tempo a estendere le percussioni fino a farle diventare, con Gene Krupa, una batteria completa.
La consapevolezza di quali siano le origini dello strumento che suoniamo, ci aiuta a considerarlo nella sua forma essenziale. A non impazzire dietro a set troppo estesi e complicati. Perché, a meno che questi non siano richiesti da una progettualità musicale ben precisa, strumentazioni troppo ricche e piene di optional, paradossalmente ostacolano il processo creativo. Anziché spingere il musicista a cercare belle idee e note felici, lo fanno perdere in una gincana tra doppie casse, mille piatti, pedalini e ammennicoli di ogni tipo. Un carnevale di suoni e possibilità che si esaurisce in uno showcase tecnico e sonico. E lo strumento musicale, da mezzo che dovrebbe portarci tra le note nella musica, diventa il fine del nostro suonare. Anziché preoccuparci di dove ci porta la nostra chitarra o la nostra batteria, ci preoccupiamo esclusivamente di viaggiare comodi, con tutti i confort possibili a disposizione. Con grande gioia dei venditori di strumenti musicali.