di redazione [user #116] - pubblicato il 05 giugno 2019 ore 16:30
Abbiamo raggiunto i tecnici di Star Service che hanno lavorato dietro le quinte di Piano City. Nel main stage è stato utilizzato un impianto Bose ShowMatch. Le ragioni che hanno fatto optare per questa configurazione ce le racconta Sebastiano Zucchelli, storico collaboratore di Star Service e pianista, responsabile del mixer FOH.
Spesso la scelta di un array è dettata dalla tipologia di concerto, dalle richieste di un singolo fonico per la tournée di un artista. Qui invece abbiamo una tre giorni con concerti spesso diametralmente opposti. Come avete scelto il sistema da utilizzare?
Ormai da diversi anni la scelta di un impianto audio ricade almeno nel 90% dei casi su impianti di tipo line-array, direi per la natura di questo impianto e per la possibilità di concentrare l'energia sonora in maniera molto precisa nell'area da sonorizzare. Il sistema Bose ShowMatch dotato della tecnologia DeltaQ soddisfa in pieno tutti questi requisiti.
Come è stato progettato il PA? Quali sono state le difficoltà da affrontare per ottenere il massimo sul main stage?
Il PA è stato progettato con Modeler, il software di predizione acustica fornito da Bose. Vista la versatilità dei moduli ShowMatch, 5, 10, 20 gradi verticali per 55, 70 e 100 gradi orizzontali, siamo riusciti a indirizzare il suono in tutta l'area da sonorizzare senza dispersioni in aree senza persone. Per quanto riguarda i subwoofer abbiamo optato per 2 arc array da 6 Sub SMS118 ciascuno, in modo da coprire tutta l'audience, vista la sua larghezza maggiore della lunghezza.
- simulazione con software di predizione acustica Modeler
Amplificare un pianoforte non è semplice, vista la complessità del sound prodotto dagli 88 tasti. Avete particolari configurazioni visto che principalmente sul palco si sono avvicendati sempre dei pianoforti?
Il pianoforte è sempre una sfida, vista la sua complessità di suono. Abbiamo utilizzato 2 AKG C414 in configurazione X/Y, dato che è una tecnica di ripresa microfonica monocompatible. Questo ci ha permesso di poter scegliere di aprire la stereofonia a piacimento, o eventualmente di lasciare i microfoni al centro del panorama. Abbiamo utilizzato anche 2 DPA 4099P in configurazione A/B; essendo ipercardioidi ci hanno permesso di ridurre, nell'eventualità, problemi di feedback, soprattutto nei wedge monitor dei pianisti.
La tre giorni dedicata al pianoforte ha visto lavorare dietro le quinte una folta schiera di tecnici che hanno dovuto lottare contro le intemperie di un maggio decisamente invernale. Il lavoro di progettazione complessiva è stato affidato ad Alberto Frigerio in collaborazione con il disegnatore luci Daniele Pirotta ed un veterano del reparto audio di Star Service, Luca Marchegiani.
Le riprese video, invece, sono state realizzate dai cameraman Dario Zanon e Maurizio “Pomito” Romanelli, che insieme al regista video Giacomo Frigerio hanno permesso al numeroso pubblico di godere delle immagini sugli schermi LED posizionati ai lato del palco, oscurato spesso dalla folta schiera di ombrelli.