Lo scorso 12 settembre Frank Gambale ha suonato a Casagiove, una cittadina vicino Caserta, accompagnato dall'amico Ciro Manna per un tour organizzato da DV Mark.
In passato, avevo già assistito a delle sue clinic e dimostrazioni, ma non lo avevo mai sentito in un concerto convenzionale. In quelle occasioni, il suo carattere aperto e accomodante era palese, ma davo per scontato fosse una conseguenza dell'ambiente più "intimo" che connota le scuole di musica e i negozi, dove hai a che fare con una piccola classe di appassionati che pende dalle tue labbra. Quando ho visto che quel modo di fare era trasposto, anzi amplificato sul palco, sono rimasto piuttosto colpito.
Gambale è un mostro sacro della scuola fusion sulla chitarra e si affianca a una categoria di chitarristi che vengono spesso visti come impegnativi, talvolta associati a caratteri introversi e fin troppo concentrati sul proprio strumento per offrire "uno show" oltre a dell'ottima musica. Con sommo piacere, invece, ho trovato un chitarrista che gioca con la band, scambia sguardi e sorrisi, racconta al pubblico la nascita e il significato delle sue canzoni. Tra un battuta e una considerazione fuori dai denti sugli animali di plastica del Cracking Art che hanno invaso la sala del concerto e mezza Italia da qualche tempo, Frank si è rivelato un intrattenitore provetto.
I miei ricordi sono volati subito a un Allan Holdsworth chino sul manico che a fine serata nega il bis perché non soddisfatto della propria esibizione, o allo sguardo di un Eric Johnson che non si alza mai dalle sue scarpe neanche quando si avvicina al microfono. Quando, al mattino seguente, ho incontrato Frank Gambale per una breve intervista, è stato questo il prima tema che ho voluto affrontare.
Non si deve mai dimenticare che, oltre a essere artisti e tecnici della chitarra, siamo tutti anche degli intrattenitori e che la musica è, di fatto, una forma di comunicazione pura. È nostro dovere tenere viva l'attenzione del pubblico, far sì che si ricordi di noi e abbia voglia di tornare ad ascoltarci o, perché no, di ascoltare un collega alla ricerca di un'esperienza simile.
È bello vedere come un chitarrista dello spessore di Frank Gambale riesca a essere alla mano, come tutti i grandi, ma anche che dopo trent'anni di attività prova ancora del sincero entusiasmo nel salire sul palco a condividere col pubblico le proprie emozioni, pronto a riceverne altrettante da esso.
La chiacchierata con Frank è andata avanti ancora un po' toccando i temi più disparati, dal lavoro come musicista nei giorni nostri alle considerazioni sulla strumentazione e il suono. Per adesso godetevi la pillola di benvenuto, ma tenete gli occhi puntati su queste pagine! |