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Vintera II: frassino e palissandro tornano in Fender
Vintera II: frassino e palissandro tornano in Fender
di [user #116] - pubblicato il

Pickup rinnovati, attenzione al basso e alle offset, il grande ritorno del palissandro su uno strumento Made in Mexico segnano la svolta della serie Vintera ispirata ai classici anni ’50, ’60 e ’70.
Le reissue messicane di casa Fender si rinnovano: la Vintera giunge alla seconda edizione con pickup e manici storicamente corretti, finiture d’epoca e legni che si ritenevano scomparsi per la fascia di prezzo.

La stretta al palissandro nel 2017 e la conseguente ricerca di alternative più sostenibili come il pau ferro e il noce sui modelli più accessibili hanno cambiato nel profondo il mercato degli strumenti di fascia media e bassa. Poi nel 2020 l’annuncio: le riserve di frassino scarseggiano, così l’impiego del legno sarà riservato solo a edizioni speciali di livello più alto. Ora sembra che le cose stiano finalmente cambiando e, con una produzione messicana che pare volersi uniformare sempre più alla cura propria della costruzione statunitense, anche i legni un tempo scomparsi tornano in laboratorio.
Per il catalogo Fender, il merito è della serie Vintera II, chitarre e bassi ispirati agli anni ’50, ’60 e ’70 con accorgimenti storicamente corretti per ciò che riguarda misure, materiali e finiture.

Vintera II: frassino e palissandro tornano in Fender

Vintage White, Surf Green, Sonic Blue, Fiesta Red, gli immancabili Sunburst a due e tre toni fino alle offset con racing stripe, tutti i toni classici sono tornati in catalogo e si abbinano a pickup Vintera II pensati per catturare le sfumature delle rispettive epoche di riferimento, muovendosi dai puliti cristallini degli anni ’50 a quelli profondi dei ’60 fino al ringhio dei ’70.
Anche la suonabilità segue il trend con profili storicamente corretti per i manici, tutti provvisti di tastiere dal raggio di 7,25 pollici e tasti alti e sottili in stile vintage.

Ciò che più sorprende, però, è il grande ritorno del palissandro e del frassino anche su modelli dal prezzo più accessibile rispetto al catalogo USA.



L’ammiraglia Stratocaster arriva in tre versioni.
Quella ispirata agli anni ’50 sfoggia un body in ontano, manico interamente in acero con profilo soft V e battipenna a strato singolo.
La Stratocaster 60s ha un manico con profilo C storicamente corretto, tastiera in palissandro tipo slab e battipenna a tre strati.
Il manico si fa a U per il modello in stile anni ’70, con tastiera in acero o palissandro a seconda della finitura abbinata e il tipico palettone con truss rod bullet.



La Telecaster parte dalle origini, fin dalla Nocaster 50s, con il solo decal Fender sulla paletta, body in ontano e manico interamente in acero con uno spesso profilo a U.
Il manico si assottiglia fino a un C per la Telecaster 60s, pur restando abbondante sullo stile dell’alba del decennio, e la tastiera si fa in palissandro slab.
Unico modello a sfruttare il frassino per il body, la semihollow Telecaster 60s Thinline abbina un manico interamente in acero con profilo a C ispirato al finire degli anni ’60.
Conclude la Telecaster Deluxe 70, con due Wide-Range, ponte Tremolo, palettone e con truss rod bullet in cima a un manico tutto di acero.



Le Offset non restano a guardare e conquistano con le finiture pastello e le elettroniche complesse.
La Jazzmaster 50s accoppia un body in ontano a un manico in acero su cui è applicata una tastiera in palissandro, profilo su stile della fine anni ’50.
Il manico della Jaguar 70s è tutto in acero, con profilo a C e adornato dai caratteristici segnatasti a blocco con binding neri.
La Mustang Competition 70s torna a usare una tastiera in palissandro su un manico dal profilo a C, e tutte le offset della lista provviste dei tipici sistemi di switching elaborati.



Fa storia a sé il Bass VI, ibrido tra chitarra e basso con le velleità e la suonabilità di una baritona che ha scritto pagine importanti a partire dagli anni ’60.
Il Bass VI è una vera rarità, qui con body in ontano, manico a C con profilo metà anni ’60 e tastiera in palissandro con tecnica slab. Il ponte mobile sfrutta una leva a innesto imprestata dalle offset, come si nota un accenno al mondo delle asimmetriche anche negli switch elaborati per uno strumento unico nel look quanto nel sound, grazie anche ai pickup Vintera II appositamente progettati per ogni modello della serie.



Le basse frequenze ricevono particolare attenzione nella gamma Vintera II, con tutti i modelli più celebri catturati nei periodi di riferimento più luminosi.
Il Precision Bass 50s ha un manico tutto in acero e un pickup split coil stle anni ’50.
Il Precision Bass 60s aggiunge una tastiera in palissandro e rimodella la voce dello split coil con un’ispirazione riferita ai primi anni ’60.
Palissandro anche per il Jazz Bass 60s, che monta invece due single coil in stile metà anni ’60.
Il Telecaster Bass 70s torna all’acero e punta sulla potenza di un humbucker Wide-Range, pickup di recente reintrodotti e reinterpretati da Fender con materiali rinnovati.
Conclude il Mustang Competition Bass 70s, per il quale Fender ha selezionato una tastiera in palissandro e un pickup split coil storicamente corretto.



Sul sito Fender, tutti i modelli della serie Vintera II possono essere visti nel dettaglio a questo link, con foto, schede tecniche e prezzi al pubblico.
bassi elettrici chitarre elettriche fender jazz bass jazzmaster precision bass stratocaster telecaster ultime dal mercato vintera ii
Link utili
Niente più palissandro per Fender
Fender rinuncia al frassino
La serie Vintera II sul sito Fender
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