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Viaggio nel setup di Alberto Radius
Viaggio nel setup di Alberto Radius
di [user #116] - pubblicato il

Il desiderio di sperimentare, scoprire, e creare suoni sempre nuovi, personali e “unici” che possano diventare immediatamente riconoscibili fin dalle prime note ascoltate è insito nella natura di ogni chitarrista.
Quando a questo desiderio si combinano una passione genuina e innate qualità di musicista, ecco che “il tocco” del chitarrista diventa davvero “mitico”, basti pensare alle note iniziali della chitarra di David Gilmour in “Shine on you crazy diamond”, o al suono della Les Paul di Mark Knopfler durante l’intro di “Brothers in arms”.
La ricerca di suoni sempre nuovi, il desiderio di sperimentare, di modificare il proprio strumento per poter generare qualcosa di unico e personale hanno fatto parte della vita di musicista di Alberto Radius fin dagli albori della sua carriera.

Anche se oggi Alberto non è più tra noi, il bagaglio di suoni, ricordi e sperimentazione che rappresenta la sua storia di vita e musicale rimane vivo in tutti i dischi a cui ha lavorato. Ma lo ritroviamo anche nella sua collezione di pedali, effetti, amplificatori e strumenti musicali, che abbiamo avuto il privilegio di vedere grazie alla disponibilità della famiglia.
Il Leslie Model 16 del 1969 per esempio, utilizzato fin dai primi anni ’70 nei dischi di Formula 3 prodotti da Lucio Battisti divenne presenza fissa dello “Studio Radius” di Alberto, anche nei dischi storici da lui arrangiati, prodotti e suonati per Franco Battiato come L’era del cinghiale bianco, Patriots, La voce del padrone, oltre che negli altri dischi realizzati fino a metà anni ’80. Incredibilmente il Leslie è in eccellenti condizioni, usato ma non abusato, un vero gioiello di altri tempi con ancora molto da dire.
Con Formula 3 e con Lucio Battisti l'amplificatore fu principalmente il suo fidato Super Reverb del 1964, anche se in alcune foto d’epoca compare con un Twin Reverb in cima a una enorme cassa Fender aggiuntiva, probabilmente quella di uno Showman amp. Da non dimenticare gli imponenti Amplificatori Lombardi, usati in Tour ma anche nelle apparizioni televisive del periodo.

A metà anni ’70 Alberto acquistò l’ultima innovazione di casa Fender: un ampli potentissimo, di ben 180 Watt. Il Fender Super Twin era un vero e proprio uragano di suoni cristallini, dotato di una sfilata di sei 6L6 su 4 ohm. Un pezzo di storia, costruito come un carrarmato, circuito point-to-point realizzato a mano a Fullerton. Meraviglioso. Alberto ne acquistò due, che in questo caso hanno fatto sia la vita da studio sia la dura vita del live, infatti mostrano con fierezza tutti i segni del tempo, trasportati e utilizzati in centinaia di concerti ogni anno. 
Grandissimo amante dei prodotti VOX, in particolare dell’iconico modello AC30, nel 1985 Radius decide di sostituire il suo storico amplificatore usato fin dagli anni ’60 e acquista un “ AC30 Silver Jubilee”, che utilizza solo in studio e tiene con gran cura, infatti è in ottime condizioni. Per i live, invece, in anni più recenti gli affianca un Reissue che diventa suo compagno inseparabile, infatti lo vediamo al fianco di Alberto alla trasmissione Roxy Bar, alle Notti delle chitarre, al Blue Note e in migliaia di altre occasioni. Oggi questo amplificatore è decisamente più vissuto.

Verso la fine degli anni ’80 acquista alcune testate e cassa Carvin, tra cui una Legacy Steve Vai (autografata da Steve quando lavorò in studio con Alberto) e l’imponente X100-B, usata in tour per anni e anche per lo spettacolo televisivo “Una rotonda sul mare”.
In anni più recenti il Twin Reverb e il Super Twin sono messi a riposo a favore di un Koch Multitone, amplificatore che eccelle nei suoni puliti e molto affidabile sul palco. Utilizza anche il combo Koch Powertone e un Hughes & Kettner più piccolo. Immancabile nella sua collezione il classico testata-cassa Marshall, in questo caso un JMP MKII del 1979, ancora in condizioni eccezionali, un amplificatore a cui Alberto teneva molto.

E poi tanti, davvero tanti effetti a pedale, di tutti i tipi. Molti Delay e processori di suono, overdrive, multieffetto, ma anche effetti per la voce, pedali valvolari e diversi sistemi di switching per collegare più amplificatori alla medesima chitarra.

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Ognuno di questi strumenti porta con sé una storia musicale imponente. La famiglia Radius ha deciso di cederli, perché possano continuare a produrre musica e ispirare i musicisti italiani. Per informazioni si può scrivere a Francesco Balossino (cescoscornerguitars@gmail.com) che è stato incaricato dalla famiglia Radius di gestire la vendita.
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