Come dicono oltreoceano, sono finito "down the rabbit hole". Prima è arrivata, inattesa, una stratocaster economica quanto - insaspettatamente! - piacevole e ben suonante. Il primo passo nella tana è stato un buon set-up. Poi è diventata la chitarra che suono di più, lasciando al muro la mia Gibson. Poi, ancora, è venuta la voglia di sistemarle l'estetica con delle sellette "corrette", in lamiera di acciaio piegata... Ma giacché c'ero ho cambiato anche il blocco del tremolo con uno in acciaio laminato a freddo. Purtroppo - o per fortuna? - con queste modifiche il sustain generale così come l'attacco sono aumentati leggermente, migliorando il feeling di uno strumento che ritenevo già - inaspettatamente, ripeto - soddisfacente. E allora mi sono addentrato oltre nella tana del bianconiglio, ritrovandomi a studiare e ragionare, per mesi, cercando di capire se e in che misura fossi disposto a valutare un cambio dei pickups, e su cosa mi sarei orientato, nel caso... Ho resistito, ci ho provato, ma alla fine l'ho fatto, novello Icaro... Chissà se me ne pentirò. Intanto, mi autoassolvo ripetendomi che la chitarra è davvero bella, è viva, e ha un manico su cui mi sento completamente a casa e che in quasi un anno su e giù per lo stivale non si è mosso di un millimetro. Con dei pickups migliori non può che migliorare. Vedremo come andrà a finire. Intanto, con la spesa totale, son più vicino a una Affinity che a una Classic Vibe, e questo mi consola, considerando il feeling che mi trasmette lo strumento se confrontato con le controparti "ready made".
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